Tu sei qui
Mentre si chiude l’estate più piovosa che si ricordi, altre nuvole si profilano all’orizzonte: innanzitutto la vendemmia che è certamente lontana dalle buone abitudini degli ultimi anni (ma sette anni così sono l’eccezione, non certo la regola), anche se al momento è ancora prematuro definirla cattiva…¹
Più inquietante l’assalto alle colline –come scritto il mese scorso– di palazzinari, esibizionisti e megalomani a cui aggiungiamo questo mese il furore del reimpianto: interi versanti mai vitati prima vengono trasformati in ettari di vigneti pregiati (ma ci teniamo i nostri dubbi sulla qualità di un nebbiolo piantato a nord-ovest): cambia il paesaggio, scompaiono boschetti, rive e gerbidi, per produrre uve probabilmente mediocri che inevitabilmente svaluteranno il prezzo medio, senza escludere le ripercussioni più lente ma prevedibili sull’immagine dei grandi vini.² La situazione è come si dice in evoluzione e non è facile fare scelte sicure né tranciare giudizi, ma alcune decisioni ci lasciano perplessi e crediamo che, già nel breve periodo, qualcuno si scotterà le dita… staremo a vedere, felicissimi di sbagliarci, ovviamente!
Inoltre la cosiddetta congiuntura internazionale (unita al maltempo) ha avuto ripercussioni sull’andamento del turismo in tutta Italia (e nel resto del mondo): segnali di ripresa già ci sono (come il tutto esaurito ad agosto nell’astigiano) e questo autunno sarà un po’ la prova del nove per capire la nostra reale capacità turistica.
Più roseo il fronte del tartufo dove le abbondanti piogge di luglio dovrebbero avere favorito il prezioso fungo ipogeo: ci si attende quindi una stagione florida con abbondanza di prodotto e conseguente calmiere dei prezzi che negli ultimi anni erano schizzati alle stelle (ma bisogna dire che sono state annate davvero scarse). Da Alba a Moncalvo, da Asti a Mondovì, da Vezza a Murisengo, senza dimenticare Canelli, Montechiaro e S. Sebastiano Curone, le Fiere del Tartufo ci diranno se la previsione era azzeccata.
Ma intanto guardiamo a settembre: l’occhio di bue del riflettore si posa giustamente su Asti che il 15 corre il Palio più antico d’Italia, ma che già il 6 con l’apertura della Douja d’Or, la grande rassegna vinicola, sarà al centro dell’attenzione; domenica 8 ci sarà poi la grandiosa rievocazione del mondo contadino della provincia del grappolo con l’affollatissimo Festival delle Sagre; infine il 21-22 la lunga notte di Arti e Mercanti che da tramonto a tramonto trasformeranno ancora una volta il quartiere di Santa Caterina in un angolo di Medioevo. Il numero di Settembre di anViagi parla di tutto questo, e di molto altro che potrete scoprire semplicemente girando pagina.
¹ Vendemmia per l’appunto non memorabile, che ha dato un po’ di fiato ad un mercato saturo. Secondo me, poteva essere l’occasione per il Consorzio di declassare Barolo e Barbaresco (non avviene dal 1972).
² Previsione puntualmente verificatasi: d’altro canto non occorreva essere Nostradamus. L’assestamento del mercato ha però alla fine fatto bene al territorio: un po’ come un'influenza che in definitiva ti irrobustisce.